lunedì 7 novembre 2011

Risparmio energetico, proroga di tre anni e cura dimagrante per lo sconto del 55%

Altri tre anni con la detrazione per il risparmio energetico, che però potrebbe dire addio alla formula del 55 per cento. La «bozza» allo studio in vista del maxiemendamento dovrebbe ricalcare fedelmente l'ipotesi messa a punto dai tecnici del ministero dello Sviluppo economico, che tante proteste ha scatenato da parte delle imprese del settore.

Il testo prevederebbe la proroga del bonus fino alla fine del 2014, ma con regole molto meno generose di quelle applicabili alle spese sostenute entro il 31 dicembre di quest'anno. Lo sconto fiscale scende dal 55% al 41% per la sostituzione delle finestre e l'installazione delle caldaie a condensazione più piccole, e al 52% per tutti gli altri lavori agevolati (coibentazioni, pannelli solari per l'acqua calda, pompe di calore, caldaie a condensazione di potenza maggiore o uguale a 35 kW). A rendere particolarmente pesante il taglio, però, sono altre due novità: la limatura del valore massimo della detrazione e l'introduzione di tetti di costo unitario per i diversi lavori.

Nel caso delle finestre, che oggi costituiscono circa la metà degli interventi premiati con il 55%, il bonus massimo scende da 60 a 40mila euro e viene introdotto il limite di spesa di 450 euro Iva esclusa per metro quadrato. Ad esempio, per un alloggio con due portefinestre e tre finestre (9,5 metri quadrati di superficie vetrata) il limite sarebbe 4.275 euro più Iva, che corrisponde a una detrazione del 41% di circa 2.120 euro spalmati in dieci anni.
Ma il vincolo più pesante è un altro: la tabella allegata al decreto (e riprodotta qui sotto) prevede che lo sconto su finestre, porte e vetrine comprensive di infissi sia concesso solo se abbinato ai sistemi di termoregolazione per singolo alloggio o singolo locale: in pratica, serviranno quelle valvole che, applicate ai termosifoni, consentono di "dosare" l'erogazione del calore riducendo gli sprechi di energia.

La bozza non impone l'installazione dei ripartitori di calore per conteggiare i consumi individuali, ma tanto è bastato a scatenare le proteste delle sigle delle imprese del settore, a partire dall'Uncsaal e dalla Finco: infatti, per effettuare la termoregolazione in condominio serve una delibera dell'assemblea e questo indurrà molti contribuenti a rinunciare ai lavori sulle finestre.




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